LUCI A SAN SIRO. SI PREPARA IL DOPO-BERLUSCONI: LE SCELTE DELLA LEGA E DEL TERZO POLO, LE STRATEGIE DELLA SINISTRA

pisapia,elezioni,milano,berlusconi,bossi,terzo polo,sinistra,pd,gentilini,lega,veneto,moratti

Forse bisognerebbe partire da Gallarate, per analizzare la portata di quanto accaduto tra domenica e lunedì nel Nord Italia, e per cercare di anticipare i possibili sviluppi della rivoluzione innescata dal voto.  Il centro del Varesino – in cui la candidata leghista Giovanna Bianchi Clerici correva da sola – era diventato un emblema del possibile riscatto leghista dall’alleanza col Pdl, tanto che lo stesso Bossi era venuto ben quattro volte a tenervi i comizi. Si pensava che qui i leghisti – liberi da vincoli di coalizione – avrebbero votato massicciamente per misurare il proprio peso nei confronti del Pdl; ebbene quello che è accaduto (il candidato del Carroccio col suo 30% non è arrivata neppure al ballottaggio, superata sia dal candidato di Pdl e Udc che da quello del centro-sinistra) ha finito per dimostrare il contrario: che il disagio nelle file leghiste è forte anche nei confronti dei vertici del Carroccio, molto di più di quanto prevedevano anche gli osservatori più accreditati. E credo che a farsi sentire sia stata soprattutto la fascia di elettori mobili che aggiungendosi allo zoccolo duro dei militanti ha costruito le vittorie leghiste del recente passato.

BERLUSCONI E BOSSI NON PIU’ IN SINTONIA CON I PROPRI ELETTORI

Non è solo l’effetto-Moratti, dunque: nel Nord gli sconfitti sono Berlusconi e Bossi, pisapia,elezioni,milano,berlusconi,bossi,terzo polo,sinistra,pd,gentilini,lega,veneto,morattii quali forse per la prima volta, convinti fino alla fine del successo della Moratti al primo turno, hanno mostrato di non saper più interpretare gli umori dei propri elettori.

Io immaginavo per la verità uno smottamento della base leghista, ma pensavo che il Carroccio, con la sua svolta moderata, avrebbe potuto compensarlo pescando nel serbatoio del Pdl: è avvenuto, ma non in misura sufficiente da coprire le perdite. E dunque Bossi paga il pegno – anche con un appannamento significativo della sua leadership – della sua alleanza con il  Cavaliere sempre più inviso alla base leghista.

L’AVVERTIMENTO A BOSSI DI GENTILINI E DELLA BASE LEGHISTA

Mi sembrano particolarmente interessanti, per mostrare gli umori che brontolano nella pancia del partito, le dichiarazioni rilasciate ieri dal pro-sindaco di Treviso Gentilini: «Umberto Bossi deve prendere coscienza che i tempi stanno cambiando. Ci sono molti leghisti, che trovo ovunque io vada a parlare che mi dicono “io non voto più Lega. Non do il voto agli altri ma non voterò più Lega”, e questa è la più grande amarezza che un sindaco che ha portato la Lega in palma di mano dal 1994 può patire. La gente non vuole voli pindarici, non è interessata ad opere come il Ponte sullo Stretto di Messina, perché è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Quindi anche tu, Bossi quando appoggi questi programmi da fantascienza, ricordati piuttosto di restare con i piedi per terra, perché gli alpini mettono un piede dopo l’altro».

COSA ACCADRÀ ADESSO

Azzardato lanciarsi adesso in previsioni: a Milano fra due settimane il centro-destra ce la metterà tutta per risalire lo svantaggio e non lasciare la città in mano agli “estremisti” (come ci hanno definito Calderoli pisapia,elezioni,milano,berlusconi,bossi,terzo polo,sinistra,pd,gentilini,lega,veneto,morattie Castelli), ma dubito fortemente che riuscirà a farcela. E poi chissà se davvero questa è a linea di tutto lo stato maggiore leghista: io credo che Bossi dovrà dare quanto prima un forte segnale di discontinuità rispetto a Berlusconi, e la sconfitta della Moratti potrebbe tornargli utile. L’elettorato padano comunque tradizionalmente nel secondo turno tende a disertare, se non c’è in ballo un proprio candidato. E dubito che cambieranno atteggiamento ora.

E gli altri partiti in lizza? Per rovesciare il risultato del primo turno ci vorrebbe una massiccia mobilitazione pro-Moratti degli elettori grillini (altamente improbabile visto che molti sono di sinistra) e di quelli del Terzo Polo: e qui il discorso si fa delicato.

IL TERZO POLO E L’EGEMONIA SUL CENTRO-DESTRA

Il Terzo Polo è ad un passaggio estremamente difficile, e rischia di veder accrescere al proprio interno le divisioni strategiche già evidenziate nella campagna elettorale, quanto – a parte le grandi città – le scelte di Udc, Pli e Rutelli sono state molto spesso divergenti. Ronchi e Urso hanno già detto che voteranno per la “siura”, ma Bocchino e Cesa, dell’Udc, non sembrano dello stesso parere. Milano rappresenta infatti una tappa decisiva nella strategia di Casini (e Fini): i due, infatti, si continuano a muovere nel recinto del centro-destra, che vogliono de-berlusconizzare per poi egemonizzarlo dal centro. Per questo è essenziale per loro, a mio parere, che la Moratti venga sconfitta, accelerando quindi l’uscita di scena del Cavaliere. Sarebbe del tutto incongruo, adesso, che andassero a portargli soccorso. Al tempo stesso, e specularmente per lo stesso motivo, dubito che potrebbero schierarsi con Pisapia: se vogliono accreditarsi fra gli elettori del centro-destra non possono appoggiare il candidato espresso da Sel, col rischio oltretutto di spaccarsi a metà al vertice e di non essere seguiti dalla base. Propenderei quindi per la libertà di voto, e poi… botte da orbi nel centro-destra sulle spoglie di Berlusconi, con Tremonti, la Lega, lui stesso naturalmente, sicuramente poco propenso a mollare a costo di accrescere il cumulo di macerie in cui sta trasformando il Pdl, nel silenzio acquiescente dei suoi.

LA SINISTRA (PLURALE) ORA PUÒ RIPARTIRE

Per la sinistra sarebbe molto miope adesso adagiarsi sugli allori: i dati elettorali dimostrano che quella di ieri non è stata una vittoria travolgente, di travolgente c’è stata soprattutto la sconfitta degli avversari. pisapia,elezioni,milano,berlusconi,bossi,terzo polo,sinistra,pd,gentilini,lega,veneto,moratti La stessa, eroica tenuta di Bologna, è figlia dell’arretramento complessivo del centro-destra, perché di suo la sinistra avrebbe meritato di essere mandata a casa. Come avviene col Pd di Napoli, dove l’incolpevole Marcone paga colpe non sue e la voglia di fare piazza pulita dell’elettorato di sinistra. Non solo: a imporsi è una sinistra plurale, in cui giocano un ruolo essenziale Sel e Idv, e questo porrà qualche problema al Pd.

Però le basi per tornare a vincere anche alle politiche sono state gettate: ora non bisogna sbagliare le mosse, perché c’è il rischio che il desiderio di finirla con Berlusconi, che indubbiamente viene fuori dalle urne, venga intercettato dalla Lega, da Tremonti o dal Terzo Polo casiniano. Va ricordato, ad esempio, che alle politiche non c’è un secondo turno nel quale ricomporre, come a Napoli, le divisioni a sinistra, per vincere bisogna fare il pieno subito, e potrebbe non bastare neppure il 47% di Milano.

La ricetta è quella di sempre: unità a sinistra, un serio programma riformista, candidature credibili e RINNOVATE, grande lavoro nel territorio. Ma servirà un’attenzione particolare sulle alleanze: non si dovranno perdere voti a sinistra, ma nemmeno lasciare il centro all’Udc. Da questo punto di vista mi sembra che i test effettuati nelle ultime due tornate elettorali dimostrino che gli accordi fra Pd e i casiniani non funzionano: a che serve, ad esempio, ottenere il 30% a Chioggia (oltretutto in carico a un candidato sindaco dell’Udc), se il 17% se ne va a sinistra? Dunque a conquistarsi sul campo i consensi dei moderati dovrà essere il Pd in prima persona, e questo comporterà un difficile confronto con Sel e Idv, e un buon esercizio di pazienza, da parte dei suoi stessi elettori più orientati a sinistra.

VENETO: LA LEGA NON SFONDA, IL PD TIENE CON LE CIVICHE

È complicato orientarsi fra i tanti particolarismi locali che hanno segnato questa tornata elettorale. Pare che per la Lega sia svanito l’effetto Zaia, anche se il primato del Carroccio non viene insidiato da nessuno, tanto meno dal Pdl. A livello locale però (fatto salvo il quasi suicidio di Rovigo) il Pd torna ad essere competitivo, soprattutto grazie alla presenza in molte liste civiche, ma la strada resta drammaticamente in salita. Non pervenuto, o quasi, il Terzo Polo, se si esclude qualche mini-exploit dell’Udc.

Rimangono i misteri dei due maggiori comuni al voto nel Padovano Este e Abano, dove gli elettori di destra mandano al ballottaggio contro il centro-sinistra i due candidati più imbarazzanti, Paola Goisis della Lega e il “divo” di Montegrotto Luca Claudio, quello che voleva fare l’attore e ha lasciato in eredità al suo comune i conti di una causa legale perduta contro gli enti locali napoletani. A sostenerlo, tra l’altro, i sedicenti centristi di Iles Braghetto… E non dico altro.

LUCI A SAN SIRO. SI PREPARA IL DOPO-BERLUSCONI: LE SCELTE DELLA LEGA E DEL TERZO POLO, LE STRATEGIE DELLA SINISTRAultima modifica: 2011-05-17T12:10:00+02:00da sergiofrigo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in politica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

2 risposte a LUCI A SAN SIRO. SI PREPARA IL DOPO-BERLUSCONI: LE SCELTE DELLA LEGA E DEL TERZO POLO, LE STRATEGIE DELLA SINISTRA

I commenti sono chiusi.