IL GIORNO DOPO LA LIBERAZIONE…

partigiani.jpg“Arrivò il giorno della liberazione (…) Il giorno dopo si creò in me, di colpo, un grande vuoto. Non sapevo più chi ero. Provai una grande emozione quando in una Roma ormai piena di vita, che mi appariva volgare e chiassosa, popolata di prostitute e di borsari neri, qualcuno del Partito invitò i  “gappisti” a riunirsi insieme per guardarsi in faccia. Infatti non ci conoscevamo. Per mesi avevamo combattuto divisi rigidamente in cellule di tre, di cui uno solo aveva il contatto con qualcuno che portava gli ordini del Centro.
Eravamo una trentina, forse meno. E ci incontrammo in un grande caseggiato popolare in viale Regina Margherita, che adesso non c’è più. Era abitato dalle famiglie dei ferrovieri. Ci abbracciammo, e a un certo punto il padre di uno di noi, un vecchio socialista perseguitato dal fascismo (che era poi il padrone di casa) si mise al pianoforte e con la faccia contratta per la commozione cominciò a suonare una musica solenne, che io non avevo sentito mai. Era l’Internazionale. Mi sembrò bellissima, e all’improvviso dalle finestre degli altri appartamenti che davano sul cortile si affacciò la gente e si mise a cantare.

 

Alfredo Reichlin (“Il midollo del leone”, 2010)

 

Cit. in Mario Isnenghi, “Storia d’Italia” (Ed. Laterza)

 

IL GIORNO DOPO LA LIBERAZIONE…ultima modifica: 2011-04-26T12:20:00+02:00da sergiofrigo
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