SGARBI AI MUSEI VENEZIANI: LA PROVA DEL FUOCO PER MISURARE LA CREDIBILITÀ DI GALAN

sgarbi.jpgÈ un pezzo che non vi aggiorno Galan2.jpegsul caso-Sgarbi, lo so. Nel caso siate in crisi di astinenza ecco una nuova puntata del tormentone, con un breve riassunto delle puntate precedenti, e con un avviso: da come si comporterà nella vicenda misureremo presto il grado di autonomia e la consistenza delle palle del neo-ministro ai beni culturali Galan. Perché una cosa deve essere chiara: dietro Sgarbi si staglia l’ombra protettiva e inquietante del Presidente del Consiglio, e il caso è la cartina al tornasole dell’atteggiamento che anche lo Stato deve tenere rispetto alle regole.

Dunque, come sapete Sgarbi “volle, assolutamente volle” diventare Soprintendente al Polo Museale di Venezia, nonostante non ne abbia i requisiti (è solo funzionario, e non dirigente, come richiesto dalla posizione). Il precedente ministro Bondi, dopo averlo nominato consulente del ministero e curatore del Padiglione Italiano alla prossima Biennale nonostante sia responsabile di un plagio conclamato (ha copiato dalla prima all’ultima parola un saggio su Botticelli), gli ha assegnato anche quell’incarico, arrivando a rimuovere con promozione due dirigenti che avevano diritto a quel posto. La Corte dei Conti ha però bocciato la sua prima nomina e anche il bis, tentato dal ministro, con la motivazione che le nomine di un esterno (com’è Sgarbi) si possono fare solo se mancano adeguate risorse interne.

A quel punto il ministero ha emesso un nuovo bando, a cui si sono presentati (è storia di venerdì) in sei, Sgarbi compreso: il quale evidentemente non sa come fare a far venir sera, visto che è solo sindaco di Salemi, curatore della Biennale e consulente del ministero, commentatore del Giornale, prossimo conduttore di un programma televisivo della Rai, commissario di Villa del Casale di Piazza Armerina eccetera eccetera eccetera…

Memore della duplice bocciatura, e dunque ammettendo implicitamente di non aver avuto i titoli, stavolta Sgarbi ha anche richiesto con un ricorso al giudice del lavoro del tribunale di Palermo il riconoscimento «della superiore qualifica di dirigente generale per l’incarico di alto commissario espletato dal febbraio-marzo 2005 ad oggi presso la Villa del Casale di Piazza Armerina».

La prossima settimana, dunque, Galan dovrà sciogliere l’intricato dilemma: di per sé non ci dovrebbe essere storia, perché nonostante il ricorso citato Sgarbi non è ancora dirigente; e dunque, tanto più in un momento di pesanti tagli economici come l’attuale, il ministero dovrebbe scegliere un dirigente interno, già a busta paga, invece che prendere un esterno. C’è però un problemino non da poco: che a sostenere Sgarbi è nientemeno che Berlusconi, un altro notoriamente rispettoso delle regole: per questo ho scritto prima che per Galan questa nomina sarà la vera prova del fuoco.

 

 

SGARBI AI MUSEI VENEZIANI: LA PROVA DEL FUOCO PER MISURARE LA CREDIBILITÀ DI GALANultima modifica: 2011-04-17T03:28:00+02:00da sergiofrigo
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