Voi che avete anni e anni dietro le spalle,
e anni e anni davanti,
non potete immaginare
quanto volano in fretta
mille poveri giorni.
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Cominciavo appena a calciare
una palla di stracci
assieme agli amici
nelle strade di Asmara,
cominciavo appena a distinguere
suoni, odori, colori,
il cibo dall’amore,
la tristezza e il sorriso,
a riconoscere nel volto
di papà e mamma
la rabbia e la paura,
la speranza e l’attesa.
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Poi è stato un lungo viaggio,
e caldo, freddo, sete, fame,
e poi ancora un’acqua immensa,
gelida, scura, cattiva,
e poi grida, e vomito, e terrore.
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Voi che avete terra solida
sotto i piedi,
e acqua tiepida e gentile
nelle vostre case,
non potete sapere
quanto sia fredda e crudele,
quella che vi strappa
dalle braccia della mamma,
vi trascina via, vi entra dentro,
vi sommerge e vi inghiotte.
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Poi si è fatto buio e silenzio
mentre una domanda
si affacciava crudele alla mente:
Tutta qui la mia vita?
Sergio Frigo