DIETRO LA GUERRA ALLA LIBIA IL FANTASMA DELL’INGOVERNABILITA’ MONDIALE. LAMPEDUSA E LE STRUMENTALIZZAZIONI LEGHISTE

aerei.jpegE’ noto che la politica estera – e tanto più la guerra, che ne è la continuazione con altri mezzi (von Clausewitz) – porta alla luce il peggio dei comportamenti umani, riducendo le motivazioni che determinano i confronti fra le diverse comunità alle spinte esclusive e fra loro irriducibili dell’interesse o della paura.

Mai si era vista però, come nel caso dell’operazione contro Gheddafi, una tale incapacità di fare sintesi, a tutti i livelli, fra interessi divergenti, mai era emersa alla luce una così evidente frammentazione di intenti, una tale esplicitazione dei contrasti che minano il concetto stesso di “comunità internazionale”, e paradossalmente anche quello di “coesione nazionale”.

 

 

IL PREVALERE DELLE LOBBIES E DEI LOCALISMI SULLA POLITICA

In Italia sono evidenti le diverse strategie che minano l’azione del governo (incarnate grosso modo da Berlusconi, Bossi e La Russa); in Europa va in frantumi il tradizionale asse franco-tedesco (e noi italiani sembriamo in guerra più contro Sarkozy che contro Gheddafi), e l’Unione non riesce ad esprimere una linea unitaria, tanto che appare abolita la figura stessa dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune; ma la cosa più stupefacente è l’emergere con tanta evidenza dei contrasti in seno all’amministrazione americana e persino nel tandem russo Putin-Medvedev, per non dire all’interno del mondo arabo: è come se al radicarsi delle posizioni nazionali si aggiungesse l’emergere degli interessi di lobby contrapposte, o di ambizioni irriducibili dei diversi protagonisti.

Il risultato è che al dispiegarsi massimo della potenza militare corrisponde la manifestazione dell’impotenza assoluta della politica, della sua incapacità di proporre una sintesi capace di guidare processi così delicati come quelli in atto nel bacino del Mediterraneo. Come se ogni ambizione di governo si palesasse nella sua completa inanità.

LAMPEDUSA: CHIEDIAMO AIUTO ALL’EUROPA, MA NOI CI TIRIAMO INDIETRO

Lampedusa.jpgIn questo quadro di esaltazione del “particulare”, e di frammentazione di ogni coerenza di comportamento e di capacità gestionale, si staglia nel nostro Paese la questione dei rifugiati, che si stanno riversando come ondate sulle nostre coste: ebbene, siamo ancora nel pieno delle celebrazioni per il 150enario dell’Italia unita, e un lembo della nostra terra, Lampedusa, sta sopportando DA SOLO un assedio iniziato – con buona parte di Bossi – ben prima dell’avvio dei bombardamenti sulla Libia.

La popolazione dell’isola, esasperata e inferocita, presidia la costa per impedire gli attracchi dei natanti con a bordo i profughi: non mi piace, ma li capisco, visto che la presenza dei rifugiati supera ormai quella degli abitanti, con tutte le drammatiche conseguenze del caso.

Io non credo che tutti coloro che arrivano oggi abbiano diritto di restare da noi, anche perchè si tratta prevalentemente di giovani tunisini e egiziani, provenienti da paesi in cui la situazione non presenta più il carattere dell’emergenza. Ma certamente non possono rimanere tutti sull’isola fino a quando non sarà decisa la loro destinazione. A meno che, come sospetta l’opposizione, il loro assembramento in condizioni disumane non risponda alla volontà della Lega di drammatizzare il quadro per ottenere aiuto dell’Europa.

MARONI “BUSSA”, MA A PADOVA LA LEGA RACCOGLIE FIRME PER DIRE NO

Oggi il ministro leghista Maroni incontrerà i rappresentanti delle Regioni per discutere insieme il da farsi. Intanto però mille chilometri a nord, nella civilissima Padova, proprio i suoi compagni di partito stanno raccogliendo firme per impedire che una parte di questi uomini in fuga vengano EVENTUALMENTE accolti in una caserma militare dismessa, la Romagnoli. Dunque si chiede – giustamente – che l’Europa ci aiuti ad affrontare il problema, ma i primi a tirarci indietro, nei confronti di altre parti d’Italia, siamo proprio noi. Siamo di nuovo agli interessi delle comunità locali giocati gli uni contro gli altri, nella desolante incapacità (o non volontà) di trovare una sintesi fra diritto alla sicurezza e dovere dell’accoglienza.

Non si pretende – ci mancherebbe altro! – solidarietà verso i profughi: ma almeno verso altri italiani. sempre che li sentiamo ancora “connazionali”.

DIETRO LA GUERRA ALLA LIBIA IL FANTASMA DELL’INGOVERNABILITA’ MONDIALE. LAMPEDUSA E LE STRUMENTALIZZAZIONI LEGHISTEultima modifica: 2011-03-22T02:01:00+01:00da sergiofrigo
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