DIETRO LE ACCUSE DI BERLUSCONI C’E’ UN POPOLO CHE ODIA

Mi sto convincendo di una cosa, dopo le rinnovate uscite di Berlusconi sui comunisti in cachemere che lo vogliono far fuori e sul partito dell’odio (il nostro?) contrapposto al partito dell’amore (il suo?), dopo l’afflosciamento nei consensi della destra dialogante di Fini e il contestuale rafforzamento della destra aggressiva e del suo screditatissimo leader negli ultimi sondaggi: in realtà è lui che ci odia, o – quel che è peggio – ci odiano i suoi sostenitori, e ci odiano anche i sostenitori della Lega.

Mi spiego: è vero che la sinistra non sopporta Berlusconi e i suoi più fedeli accoliti, i Gasparri, i Cicchitto, i Capezzone, le Santanchè, i Verdini e ovviamente ha qualche problema anche con i Borghezio, i Gentilini, i Salvini. Ma al di fuori di quel nucleo di dirigenti molto esposti e molto militanti, l’impressione è che – in larga parte almeno – l’odio sia rivolto, piuttosto che agli individui, a un modo di concepire la politica, a un nucleo di valori che sentiamo estranei, anche a un certo stile di vita, cioè a qualcosa di vero e soprattutto di molto visibile. Per citare Gaber “non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi… in me”. Mi pare di poter dire però che in larga parte il popolo di sinistra non odia il popolo di destra; non può permetterselo, tra l’altro, perché sente di avere in comune gli stessi problemi, anche se non ne condivide le soluzioni.

 

LA SINISTRA ODIA BERUSCONI, LA DESTRA ODIA IL POPOLO DI SINISTRA

Si può dire lo stesso a destra? Temo di no. Nelle interviste televisive, nei discorsi nei bar, nei sondaggi, negli articoli dei loro giornali preferiti, quello che emerge spesso è una forte animosità non solo e non tanto nei confronti dei D’Alema, dei Prodi o dei Vendola, ma verso lo stesso popolo dei militanti, inchiodati sulla scorta del discorso del Capo al falso e inesistente clichè di “comunisti”, che riassume in sé tutto il peggio delle paure e dell’immaginario della destra: gay, burocrati di stato, professorini, femministe d’antan, amici degli immigrati, giovani protestatari. Sono tutte queste PERSONE che i simpatizzanti del partito dell’amore in realtà odiano. Ed è questo odio che alimenta il consenso a Berlusconi, qualsiasi cosa egli dica o faccia di esecrabile, sia sul versante politico che su quello personale. È questo, temo, il principale collante della destra, anche a livello di base, di cui il Capo si fa animatore e interprete: ridurre all’impotenza e all’invisibilità coloro che sono portatori di comportamenti e valori non condivisi.

Non vorrei apparire vittimista, ma mi pare che se il popolo di sinistra vorrebbe convertire il popolo di destra, quello di destra il popolo di sinistra vorrebbe eliminarlo.

Sul perché questo avvenga servirebbe, credo, una riflessione molto approfondita.

DIETRO LE ACCUSE DI BERLUSCONI C’E’ UN POPOLO CHE ODIAultima modifica: 2011-01-09T11:32:36+01:00da sergiofrigo
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