ZAIA, D’ALEMA E L’OBBLIGO POLITICO DELLA COERENZA

D'ALEMA.jpgNon avrei voluto occuparmi dell’abbigliamento di D’Alema e del menù di Zaia, Zaia.jpg ma la cosa ha preso una piega tale (e una tale importanza sui media, evidentemente a secco di notizie fru fru) da trascinarmi in un commento che spero meno banale di quanto si è sentito in giro. Un commento che riguarderà i doveri di coerenza di chi ha assunto ruoli pubblici significativi, come i due signori in questione, e più in particolare le responsabilità di tutti noi comunisti, come si chiama il nostro amato Cavaliere, nei confronti del resto della società. Anche se mi piacerebbe che qualcuno ricordasse che anche chi va al Family Day ed è pappa e ciccia con gli alti prelati dovrebbe evitare di riempirsi la casa di prostitute, chi spara contro i comunisti dovrebbe evitare di andare a braccetto con l’ex capo dei servizi segreti sovietici, chi si professa liberale dovrebbe rinunciare a bazzicare tutti i peggiori dittatori della terra. Ma tant’è…

LE PROMESSE AZZARDATE DEL GOVERNATORE

 

Partiamo dal nostro governatore, che è più semplice: dunque io credo che Zaia non abbia affatto sbagliato ad andare a mangiare dai cinesi, come non sbaglia a farsi una vacanza in qualche mare esotico. Sto pover’uomo, con tutto quello che lavora, sarà mica costretto anche a mangiare sempre musetto e minestrone e ad andare in vacanza solo a Sottomarina e sul Montello. Lasciatelo vivere, su! Magari ci penserà su, la prossima volta che si troverà davanti un microfono (ogni cinque minuti, cioè) e si ricorderà che chi di microfono ferisce di microfono perisce, cioè che nella società attuale ogni cazzata che dici può esserti rivoltata contro la settimana dopo, e di ogni promessa (compresa quella di non pasteggiare MAI a involtini primavera) ti sarà prima o poi chiesto conto.

GLI INVOLTINI, LA SOCIETA’ COMPLESSA E IL CONFLITTO FRA APPARTENENZA E LIBERTA’

Detto questo, e più seriamente: davvero pensiamo che al giorno d’oggi, nella società ricca, variegata e complessa in cui viviamo, qualcuno possa rinunciare al cibo e alla vacanza esotici, se se li può permettere? E allargando il tiro, qualcuno pensa che i veneti, per rispettare l’appartenenza alle tradizioni e alla comunità, rinuncino anche all’esercizio della loro libertà di scelta – cioè alla loro autonomia, che è il bene a cui tengono più di tutto – nei comportamenti individuali? Quella del contrasto fra appartenenza e autonomia, anche se non se ne rende conto nessuno, è una delle contraddizioni più pesanti con cui dovrà prima o poi fare i conti la società leghistizzata… Vedete come ci portano lontano gli involtini di Zaia?

BAFFINO E LA MACCHINA DA GUERRA MEDIATICA DEL CAVALIERE

E veniamo al caro Baffino, crocifisso dai media del Cavaliere a una croce di cachemire e a un albergo da 300 euro a notte in quel di Sankt Moritz. Signorini.jpgPrima di addentrarmi nella questione vorrei che ognuno si soffermasse sulla tremenda efficacia del sistema mediatico che sta intorno al Cavaliere e sulla sua capacità di imporre l’agenda a tutta l’informazione italiana, sollevando intorno a una persona, di volta in volta, un’ondata di sdegno o una marea di ridicolo: questo va segnalato a chi sostiene che il controllo dei media è ininfluente nella costruzione del consenso, è su questo terreno – totalmente egemonizzato da Berlusconi che vi fa pure l’arbitro e il giocatore – che si disputa il confronto politico oggi in Italia, ed è questo il succo del conflitto d’interessi che rende la nostra democrazia anomala e zoppa. Si comincia con le foto della vittima sul settimanale di Signorini, si continua con il trattamento mellifluo-mefitico su Canale 5 affidato al Cavaliere, si continua con la randellata del Giornale di Sallusti, e poi ci si gode lo spettacolo e si raccolgono i frutti, che sono la sputtanata dell’avversario.

D’ALEMA E LE COLPE DELL’INTELLIGENTE MA STUPIDO

Se poi l’avversario è intelligente ma stupido (succede più spesso di quanto si pensi), arrogante e supponente, e in più perseverante nell’errore, la cosa produce soddisfazioni (e risultati politici) ancora maggiori.

Allora è tempo che ci diciamo, a sinistra, che D’Alema ci sta provocando più danni con le sue barche milionarie, le sue scarpe pregiate, i suoi alberghi lussuosi, di quando compie gravi errori politici, dalla Bicamerale al caso Vendola: perché fornisce a Berlusconi e ai suoi le pallottole con cui sparare contro la “sinistra al caviale” imborghesita e lontana dal popolo che invece dovrebbe rappresentare e servire. E sono pallottole che vanno a segno, più e più volte, perché la casalinga che guarda Signorini o l’anziano che legge il Giornale le raccoglie e le rilancia contro di noi.

PER UN POLITICO LA COERENZA NON E’ UN OPTIONAL

Allora è tempo che ci diciamo, a sinistra, che la coerenza è essenziale per un politico, soprattutto nei comportamenti individuali (altrimenti non dovremmo neppure pretenderla da Berlusconi sulle escort). Non si può predicare credibilmente la giustizia sociale esibendo gli status symbol della ricchezza, come non si può promuovere la solidarietà e la socialità ostentando superiorità intellettuale e sociale.

Quanto ho amato Romano Prodi quando l’hanno beccato a sciare sulle nostre Dolomiti con una giacca vecchia di dieci anni, o quando lo si vedeva partire per le vacanze con la Multipla stipata di figli e nipotini! Certo, i media del Cavaliere all’epoca lo dipingevano come un pezzente, perché l’avversario politico va sempre randellato, ma non gli dava mica la stessa soddisfazione che randellare D’Alema, ve l’assicuro… Perché quella giacca stazzonata lo faceva sembrare uguale a quelli che si candidava a rappresentare.

Non è pauperismo, sia chiaro. Noi istruiti di sinistra nei gusti tendiamo a essere più simili ai ricchi che ai poveri: solo che le cose belle e raffinate che ci piacciono, a differenza dai ricchi veri, noi possiamo permettercele solo una alla volta. E questo la gente lo capisce e lo giustifica. Il problema di D’Alema invece, come tutti i parvenù, è che tende a esagerare…

SANKT MORITZ, UN CRIMINE ESTETICO

E poi, diciamolo, quello di D’Alema è anche un crimine estetico: ma avete mai visto Sankt Moritz? Una piccola Montecarlo montana, tra boutiques e gioiellerie sembra un centro commerciale di lusso, ricco e funereo. Proprio lì doveva andare! Eppure l’Engadina è bellissima, ci sono paesini incantati, con i boschi e laghi ad un passo e accoglienti pensioncine che costano poco, dove i segugi di Signorini non sarebbero mai arrivati… Ci telefoni, la prossima volta.

ZAIA, D’ALEMA E L’OBBLIGO POLITICO DELLA COERENZAultima modifica: 2011-01-07T12:18:03+01:00da sergiofrigo
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