I RAGAZZI CHE PROTESTANO, E IL SILENZIO IMPOTENTE DI NOI ADULTI

cortei.jpgGuardo questi ragazzi che si inventano una nuova protesta, si tingono le mani e i volti puliti e regalano fiori, sbagliano i congiuntivi, chiedono gentilmente un po’ di futuro, si lasciano conquistare dal vecchio Presidente che si mette in ascolto (smentendo i provocatori che stanno al governo e li vorrebbero in galera) e un po’ mi arrabbio e un po’ mi commuovo.

Mi commuovo e mi arrabbio perché – dopo averli ascoltati – non so cosa dire loro, e non posso che misurare tutta la mia impotenza di adulto, non posso che maledire la responsabilità senza potere che mi trovo a gestire nei loro confronti. Trovo ingiusto e criminale cercare di chiuderli in casa, ammutoliti, come vorrebbe lo stesso “signore” che invoca per loro un nuovo 7 aprile, ma anche troppo facile (e del tutto insufficiente) salire sui tetti con loro, e ancor peggio strumentalizzarli sperando che siano loro a dare la spallata al governo.

Ma allora che dirgli? Come sostenerli, anche nella loro lotta, senza illuderli che la mobilitazione servirà davvero a cambiare le cose? O, al contrario, come spiegare loro che avranno meno di noi, senza abbattere il loro entusiasmo? Dove incoraggiarli, sospingerli quasi, a cercare lo spazio vitale per coltivare i loro sogni?

COME PARLARE LORO SENZA TRASMETTERGLI IL NOSTRO SCORAMENTO?

Mi ha intenerito nei giorni scorsi, leggere Michele Serra che nell’Amaca auspicava protettivo che… almeno si mettessero la maglia di lana, durante la protesta, per proteggersi dal freddo. E mi ha invece turbato, ieri, leggere la tristezza Ferdinando Camon per la mancanza di prospettive in cui versano (vedi link alla fine). Ma come parlare loro senza coinvolgerli nel nostro scoramento?

Possiamo, in tutta onestà, dire loro di tener duro e non scoraggiarsi, che la situazione è destinata a migliorare e un posto prima o poi salterà fuori? E se sarà – e lo sarà certamente – un posto precario e sottopagato, sottoposto agli umori del mercato o del titolare di turno, per un lavoro magari poco dignitoso (perché spesso lo sono, soprattutto quelli offerti ai ragazzi)?

VOGLIONO CERCARE DI MIGLIORARE UNA SOCIETA’ CHE NON NE VUOLE SAPERE

Possiamo incoraggiarli a studiare, impegnarsi, essere persone per bene, quando la società e il potere dicono loro ad ogni momento che gli sarà moto più utile esibirsi in tv, arruffianarsi il Capo, sposarne il figlio o almeno conoscere le persone giuste?

Possiamo incitarli a impegnarsi in politica, per cercare di migliorare una società che di migliorare non ne vuole sapere, che agli ammonimenti dei Padoa Schioppa, dei Ciampi, dei Napolitano preferisce i lazzi e i barriti di Berlusconi, che a causa delle sue notti selvagge si addormenta agli incontri ufficiali (si tratti dell’ambasciatore Usa o del Capo dello Stato) e poi si risveglia e dice “che c. ci sto a fare qui?”(sui giornali di ieri)?

BISOGNA PREPARARLI AL PEGGIO. PER QUESTO LA CULTURA SERVE

Forse è più giusto prepararli seriamente al peggio, attrezzarli ad affrontare una vita che sarà più difficile della nostra; e spiegargli che le risorse per resistere, e riuscire a tenere la testa alta, le troveranno nel loro stare insieme, ma anche nello scavare dentro di sé. E allora potremo dire loro, con onestà, che l’impegno, lo studio, persino l’uso corretto dei congiuntivi, magari non serviranno a guadagnare un posto al sole in una società che questi posti li ha già assegnati in partenza, ma li aiuteranno a guardare alle miserie umane con maggior distacco, a godere della bellezza e ad apprezzare la libertà di coscienza, a valorizzare la sobrietà e a gustare fino in fondo le relazioni disinteressate che sapranno instaurare con gli altri.

Certo, questa lezione dovremo però mandarla a memoria prima di tutto per noi stessi, se vorremo essere davvero convincenti. Altrimenti saremmo come le cattive comari di Bocca di Rosa, che danno buoni consigli quando non possono più dare cattivi esempi.

articolo_2010_12_22_TristeNatale.htm

 

I RAGAZZI CHE PROTESTANO, E IL SILENZIO IMPOTENTE DI NOI ADULTIultima modifica: 2010-12-23T13:04:20+01:00da sergiofrigo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in politica, società e contrassegnata con , , , , , , . Contrassegna il permalink.