Prima la sparata di Aliprandi sui rom, poi quella di Giovannoni sugli atleti negri in mutande che vincono la maratone: e poi ci si sorprende se Padova va sempre a finire in prima pagina!
Ora si gradirebbe che, dopo le critiche generalizzate contro il consigliere Pdl, ci si pronunciasse con altrettanta nettezza sulle dichiarazioni farneticanti del leghista. E dovrebbero essere proprio i dirigenti del Carroccio a farlo, a partire dall’on. Bitonci, solitamente molto loquace, o magari dallo stesso governatore Luca Zaia, se non altro nella veste di maratoneta dilettante.
Il fatto è che se questi “signori” si sentono in diritto di sparare queste stupidaggini, che un tempo si sarebbero vergognati anche di pensare, è perché avvertono intorno a sé la benevola condiscendenza di una parte dell’opinione pubblica, favorita dalla deriva demagogica di una dirigenza che ha sdoganato questo modo di pensare . E allora i dirigenti leghisti più ragionevoli dovrebbero prenderne le distanze con rapidità e nettezza, per togliere ogni legittimazione a questi pronunciamenti, di cui finirebbero per condividere la responsabilità.
Attenzione, perché dietro le frasi di Giovannoni c’è una cultura precisa, che promuove una forma di autarchia a 360° (sportiva, ma anche culturale ed economica) che rischia di far regredire la società, rinchiudendola in se stessa, invece che farla migliorare promuovendo la competizione con le eccellenze con cui viene in contatto.