ECCO COME RICORDO I GIORNI DEL PRIMO TRAPIANTO, 25 ANNI FA. ORA LA SOCIETA’ E’ MENO SOLIDALE: DIMINUITE DEL 6% LE DONAZIONI DI ORGANI

 

C’ero, in quei giorni di novembre di 25 anni fa, quando nella cardiochirurgia padovana si realizzò il miracolo del primo trapianto di cuore in Italia. Ero appena arrivato al Gazzettino, e venni spedito in supporto al collega Ottomaniello che seguiva il caso. La vicenda umana e scientifica per me rimane indissolubilmente legata alla tensione elettrica con cui personalmente mi confrontavo con il primo servizio importante, in cui avevo a che fare con colleghi di caratura nazionale, abili, aggressivi e spregiudicati nel trovare notizie da informatori inventati al momento.

 

Ricordo il professor Vincenzo Gallucci, che mi pareva diviso fra timidezza e alterigia, un po’ compiaciuto e un po’ contrariato dalla notorietà che gli era piovuta addosso, animato da una passione fredda che lo rendeva quasi inavvicinabile.

Di Ilario Lazzari, il primo trapiantato d’Italia, ricordo il senso di disarmata inadeguatezza che trasmetteva, la timidezza con cui fronteggiava una storia più grande di lui, la gratitudine verso il professore che gli aveva regalato una seconda vita, che il suo destino non aveva contemplato. Sette anni, durò la sua seconda esistenza, nella quale trovò anche il tempo per sposarsi; il 10 gennaio 1991 vide morire il suo salvatore, schiantato sull’autostrada tornando nella notte da Milano, dove aveva eseguito un intervento chirurgico.

Da allora la cardiochirurgia padovana, intitolata proprio a Gallucci, ha eseguito 800 trapianti, ma negli ultimi tempi le donazioni sono in calo. Ben il 30% dei parenti di pazienti in stato di morte cerebrale rifiutano la donazione degli organi, con un aumento del 6% rispetto all’anno scorso. I medici del settore tendono ad attribuirne la colpa alla crisi, che evidentemente riduce la solidarietà delle persone nei confronti dei propri simili. Un segnale sgradevole, che rivela quanto sia difficile oggi fare comunità, immedesimarsi nel dolore e nelle attese degli altri, e quanto sia naturale chiudersi nel proprio dolore o nelle proprie aspettative individuali: proprio oggi che ci sarebbe più bisogno che mai di condivisione per superare, tutti assieme, le difficoltà, economiche ma soprattutto morali, che abbiamo davanti.

 

 

 

ECCO COME RICORDO I GIORNI DEL PRIMO TRAPIANTO, 25 ANNI FA. ORA LA SOCIETA’ E’ MENO SOLIDALE: DIMINUITE DEL 6% LE DONAZIONI DI ORGANIultima modifica: 2010-11-15T02:44:04+01:00da sergiofrigo
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