IL CLUB MAGICO E IL SUO PRESIDENTE
A presiedere il Club Magico Italiano, e anche il congresso di Abano, non è un moderno clone di Mago Merlino,
QUANDO LA CRISI E’ “MAGICA”
Parlando con lui ho scoperto che anche la magia è investita dalla crisi: «Una volta non c’era una sagra di paese che non invitasse un prestigiatore – dice – e poi c’erano i teatri, i grandi alberghi. Ora le difficoltà economiche hanno ridotto gli ingaggi, e alcuni professionisti hanno dovuto lasciare. Ma anche internet ha fatto la sua parte: ormai quasi tutti i numeri di magia sono svelati in rete, e quindi non c’è più l’effetto sorpresa».Ecco dunque che anche i prestigiatori sono dovuti partire alla ricerca di nuovi mercati, in una inedita forma di delocalizzazione della magia: paesi come Giappone, Cina e soprattutto Corea, privi di una tradizione specifica, si sono rivelati una specie di Eldorado per l’arte magica occidentale.
Ma chi è il mago più bravo di tutti i tempi? chiediamo a Dante.«David Copperfield (l’ex fidanzato di Claudia Schiffer, ndr): il suo numero del volo, che ha presentato a Milano nel 1994, è stato copiato da qualcuno, ma mai eguagliato. E poi gli illusionisti e domatori americani Siegfried & Roy, fino a che, nel 2003, Roy è stato gravemente ferito da una delle sue tigri».E fra gli italiani?«Beh, i più famosi sono Silvan e Binarelli, ma ora il migliore mi pare Arturo Brachetti».
Una delle riserve che circonda il mondo dei prestigiatori è che facciano soffrire gli animali usati per i loro giochi. Le sue colombe, ad esempio, come stavano?«Benissimo. Guardi, le colombe sono per noi quasi delle piccole figlie: non potremmo maltrattarle».
MA NON E’ UN MESTIERE PER POVERI
E la confusione che qualcuno insiste a fare fra voi e i maghi e le fattucchiere?«Quella è una cosa che ci disturba. Noi siamo degli artisti, non dei ciarlatani. La nostra arte è fatta di carisma, di capacità di manipolare le cose, ma soprattutto di deviare l’attenzione della gente, di sorprenderla per divertirla, ma non imbrogliamo nessuno. Io poi non credo neppure al paranormale».
I “maghi” italiani sono meno di 2000, ma i professionisti sono circa il 10%, gli altri alternano la prestidigitazione con le professioni più svariate. Non si arricchiscono, facendo sparire coniglietti o segando a metà le loro assistenti: i cachet vanno da 400 a 800 euro a serata, ma per la micromagia eseguita fra i tavoli di un ristorante ci si deve accontentare a volte anche di soli 200 euro. E a quel punto la magia vera diventa quella di mantenere la famiglia.