BERLUSCONI E MONSIGNOR FISICHELLA: QUANDO IL PASTORE LASCIA LE SUE PECORELLE NELLE FAUCI DEL LUPO

Fisichella.jpgMonsignor Fisichella ripropone il vecchio adagio secondo cui le leggi per le persone normali si applicano, per gli amici si interpretano.  Non pensavo però che succedesse anche con le leggi divine…

Riassumendo:  se vivete dalle parti di Piove di Sacco, vi pestate un dito col martello e vi scappa una bestemmia, vi tocca una multa di 300 euro, e le reprimende del parroco, don  Giorgio De Checchi. Vedi il Gazzettino del 2 ottobre.

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Se invece vi chiamate Berlusconi e bestemmiate per far ridere la truppa, la cosa va “contestualizzata”: parola dell’alto prelato di cui sopra. Raramente ho sentito qualcosa di così osceno: parlo del monsignore, non del capo del Governo, che fa egregiamente il mestiere di guitto che in Italia gli rende così bene politicamente.

Ferdinando Camon ha illustrato molto bene, sul Mattino-La Nuova-La Tribuna di ieri, perché la bestemmia berlusconiana è tanto grave: non è l’uscita maleducata di qualcuno che si è, appunto, pestato un dito, ma è la scelta programmatica di uno che sfrutta politicamente i valori dei cattolici, e poi ci sputa sopra deliberatamente per ottenere una risata sguaiata e una facile benevolenza. Uno che qualche tempo fa aveva avuto il coraggio di definirsi “unto dal Signore”.

Ma il monsignore dice che la cosa va “contestualizzata”: che volete che sia, si stava scherzando!

Cerchiamo di spiegare allora, al monsignore, quale era esattamente il contesto: non si trattava di una innocua scenetta fra ubriachi, della battuta crassa tanto per far ridere, ma del programmatico sputtanamento, attraverso la barzelletta, di una persona, per di più donna, e per di più cattolica.

Forse il monsignore aveva presente la parabola del pastore che lascia le 99 pecore per andare a recuperare l’unica che si è perduta, da lui individuata, nella fattispecie, in quel discolo di Berlusconi. Non gli passa nemmeno per la testa che forse più che una pecorella smarrita, quello con cui si accompagna è un lupo dai denti aguzzi… Per fortuna la “pecorella” Rosi ha dimostrato di avere dei solidi artigli, con cui difendersi dagli attacchi del lupo e dal tradimento del pastore!

Per completezza: lo stesso monsignore è quello che non ha avuto altrettanta comprensione per il povero Beppino Englaro, tacciato di avere poca compassione e poco amore versa la figlia; ed è lo stesso che ha sostenuto che Berlusconi può fare la comunione (è accaduto al funerale di Raimondo Vianello) perché dopo la separazione da Veronica, sposata in seconde nozze, era ritornato “pulito” agli occhi della Chiesa: cosa volete che sia se fuori dalla sua camera da letto ha una fila di prostitute. Basta che difenda gli interessi di Santa Madre Chiesa nelle sedi opportune. E poi, che diamine: la cosa va contestualizzata!

 

 

BERLUSCONI E MONSIGNOR FISICHELLA: QUANDO IL PASTORE LASCIA LE SUE PECORELLE NELLE FAUCI DEL LUPOultima modifica: 2010-10-03T02:33:00+02:00da sergiofrigo
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