L’intellettuale croato (nato a Mostar nel 1932) è trattenuto dalle autorità di Zagabria dopo che è divenuta esecutiva la sentenza della Corte di Cassazione croata ha confermato la condanna a quattro mesi (con due anni di condizionale) a Matvejevic, per avere definito in un articolo scritto sei anni fa «talebani cristiani» alcuni scrittori nazionalisti serbi, croati e bosniaci che, secondo lui, hanno contribuito a fomentare le guerre balcaniche.
Una sentenza pesante per un Paese che aspira a diventare il 28/mo Stato membro dell’Unione Europea. Nell’appello, gli undici intellettuali rivolgono diverse domande sul caso, tra cui la seguente: «E’ accettabile che in un Paese così vicino all’adesione Ue, un individuo colpevole del solo delitto di essersi schierato pubblicamente contro un poeta di cui ognuno conosce le posizioni ultranazionaliste possa essere trattato come un delinquente?»
«Certo è incredibile che questo succeda a me oggi – ha detto Matvejevic al telefono da Zagabria intervistato dal Corriere – dopo che nella Jugoslavia di Tito ho difeso, anche in modo folle, i dissidenti, da Havel a Solzhenitsyn». Dice di aspettare che passino questi cinque giorni, confida nel presidente Ivo Josipovic. «Ma non può pensare di entrare in Europa un Paese che mette in carcere gli scrittori».
Matvejevic, autore tra l’altro di “Breviario Mediterraneo”, è un grande amico di Venezia, a cui ha dedicato vari libri, ed ha insegnato a lungo anche in Italia.