TRISTE STORIA DI UN GATTINO, CHE CI RICORDA PERO’ CHE VIVIAMO IN UN PAESE CIVILE

Giornataccia: iniziata col funerale di un amico (ciao Paolo, ci mancherà il tuo scetticismo combattivo!) e conclusa dopo mezzanotte con un “pronto soccorso” ad un gattino moribondo investito da una moto: che si fa in questi casi? Il gattino è mezzo paralizzato e manda flebili miagolii, l’investitore se n’è andato, i padroni non si sa chi siano, non si può certo lasciarlo lì ad agonizzare. Però le cliniche veterinarie private attive 24 ore su 24 chiedono oltre 200 euro solo per guardarlo, e poi decidere se curarlo o sopprimerlo.

Mi viene in mente che ci dev’essere un servizio veterinario dell’Usl attivo anche di notte, e infatti basta una semplice telefonata in ospedale per avere il numero del veterinario di turno: che salta giù dal letto e viene ad accoglierci in via Sarpi 76, sede del servizio. Peccato che il gattino muoia un minuto dopo il suo arrivo.

C’è una nota positiva però: il servizio non costa nulla, e volendo ci daranno anche i risultati dell’autopsia.

Non so se accade ovunque in Italia, ma per la prima volta da tanto tempo mi sento orgoglioso di vivere in un paese che assicura agli animali un’attenzione che altrove (e non solo nel Terzo Mondo) non viene riservata neppure agli uomini.

 

 

TRISTE STORIA DI UN GATTINO, CHE CI RICORDA PERO’ CHE VIVIAMO IN UN PAESE CIVILEultima modifica: 2010-07-23T02:23:00+02:00da sergiofrigo
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