Non meriterebbe neppure di parlarne, se non per registrare che uno dei problemi dell’Italia odierna è – prima ancora della crisi politica ed economica – la catastrofe estetica, in cui trovano il loro brodo di coltura i personalismi più deteriori, gli esibizionismi più sfacciati, privi ormai delle remore culturali del passato (Berlusconi docet, ovviamente).
Lui si chiama Carlo Chionna, ha qualche problema aziendale alle spalle ma un luminoso futuro davanti. Sentite come parla di politica, ad esempio, al Corriere di Bologna:
«Non fa per me. Io parlo di cose serie, non di pagliacciate. E i politici sono un branco di pagliacci, a destra e a sinistra». Lui, in realtà, ci aveva già provato, a farsi eleggere in Consiglio comunale. Nel 2009 prese 52 voti nella lista di Alfredo Cazzola. L’anno prossimo si rivà alle urne: «Guardi, o faccio il sindaco oppure non mi interessa più. Bologna si è ridotta a un cencio. Bisogna smantellare tutto e mandare tutti a casa. Sarei un primo cittadino dittatoriale. Sono talmente di destra che sono più socialista dei socialisti».
Auguri ai bolognesi!