A PROPOSITO DI ANNI ’70: LA SORPRENDENTE “LETTURA” DEL GIUDICE PRIORE

 

A proposito degli anni ’70, citati nelle repliche del centro-destra alle dichiarazioni di Monicelli (vedi sotto), è appena uscito un libro dal titolo “Intrigo internazionale. Perchè la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire” (Ed. Chiarelettere, € 14) in cui il giudice Rosario Priore, che per oltre un trentennio si è occupato degli eventi più tragici della nostra storia recente, dal caso Moro alla strage di Ustica, dal tentato omicidio di Papa Wojtyla all’azione di Autonomia Operaia, ricostruisce assieme a Giovanni Fasanella uno scenario inquietante: in sostanza secondo Priore tra negli anni Sessanta e Settanta l’Italia combattè una vera e propria guerra, in cui il nemico apparente furono l’eversione rossa e nera e i servizi segreti deviati, ma gli avversari reali erano Francia e Inghilterra, che volevano esercitare una piena egemonia sul bacino del Mediterraneo, controllare le nostre fonti energetiche e ostacolare il nostro rapporto privilegiato con la Libia.

In questa ottica il magistrato rilegge anche l’azione di Autonomia Operaia e del terrorismo di destra e di sinistra.

 

 

 

 

FRANCIA E INGHILTERRA, ALLEATI NEMICI
Nel volume si parla di un golpe progettato dall’Inghilterra nel 1976 ai danni di un’Italia ad egemonia comunista, e bloccato solo da un veto del cancelliere tedesco Schmidt; si analizza la “strana” protezione accordata dalla Francia (politicamente con la “dottrina Mitterrand”, logisticamente attraverso la famosa Scuola Hyperion) agli esponenti di Autonomia Operaia che («pur senza praticare direttamente la lotta armata») cercavano di egemonizzare le Brigate Rosse e di creare un clima di violenza diffusa in Italia; e si rileggono in una chiave totalmente nuova – pur senza riuscire a dimostrarne la verità giudiziaria a causa delle coperture dell’intelligence – gli omicidi di Enrico Mattei e di Aldo Moro e la strage di Piazza Fontana.
GHEDDAFI, IL GOLPE DI ABANO
A scatenare tutto questo c’era secondo Priore l’inedito interventismo italiano nell’area del Mediterraneo, interpretato in origine da Enrico Mattei con l’appoggio alla rivolta anti-francese in Algeria e la sua spregiudicata politica petrolifera; quindi nell’organizzazione – «in un albergo di Abano Terme, con l’apporto decisivo dei servizi segreti italiani» – del golpe di Gheddafi nel 1969, che proiettò subito l’Italia (nonostante l’espulsione di migliaia di connazionali) al primo posto nell’interscambio commerciale con la Libia (e tre mesi dopo ci fu l’attentato di Piazza Fontana, segnato dall’attivismo dei servizi inglesi); infine nella politica filo-araba praticata dall’Italia, e in particolare dall’accordo col terrorismo palestinese concepito da Aldo Moro, che preservò il nostro paese dagli attentati ma probabilmente gli costò la vita.
Questa linea politica è stata poi abbandonata da Berlusconi, che ha virato verso Israele, coprendone – come abbiamo visto anche nei giorni scorsi – anche le scelte più indifendibili.
A PROPOSITO DI ANNI ’70: LA SORPRENDENTE “LETTURA” DEL GIUDICE PRIOREultima modifica: 2010-06-05T10:39:00+02:00da sergiofrigo
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