CARO ZAIA, “PRIMA I VENETI” O “PRIMA LA LEGA”?

CandidatiCinque anni fa ho scritto un libro (“Caro Zaia, vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco”) che potrei riscrivere oggi parola per parola. È sempre odioso dire “io l’avevo detto”, persino per chi lo dice, visto che significa sancire la propria incapacità di incidere minimamente sulla realtà: ma ahimè è così, e la cosa riguarda sia il protagonista del mio libro che i suoi oppositori, i quali continuano a incamerare lezioni senza imparare niente.

CHI MERITA (E CHI NO) DI ESSERE ELETTO

Non so quale dei sei candidati alla guida della Regione Veneto meriterebbe più degli altri di diventare presidente, ma so di certo che a non meritarlo è quello che verosimilmente verrà eletto, cioè proprio Zaia. Fra i vari motivi ne cito un paio: nonostante un consenso ragguardevole (oltre il 60%), esclusa la “performance” post-alluvione nel suo mandato ha realizzato ben poco: lo ha detto meglio di tutti uno dei suoi più autorevoli alleati, Carlo Alberto Tesserin, quando ha sostenuto che “Zaia ha avuto la… fortuna di governare nella stagione della crisi”.

PRIMA LEGHISTA, POI PRESIDENTE

Ma soprattutto è venuto meno al suo ruolo di leader e di rappresentante di tutti i veneti, compresi quelli che non l’hanno votato: invece che “prima i veneti” il suo slogan reale è stato “prima la Lega”, perché la fedeltà alla linea del Carroccio è stata sempre prioritaria rispetto a tutto il resto. Citerò solo alcuni episodi, tra i tanti: è stato l’unico governatore a disimpegnare la sua regione dalle celebrazioni per l’unità nazionale, facendosi surrogare dal presidente del Consiglio Regionale; sulla questione dell’ospedale di Padova ha preferito smentire se stesso piuttosto che scontrarsi col sindaco del suo partito, Bitonci (col risultato di perdere non sappiamo quanti anni e quanti soldi); sulla scelta delle future alleanze invece che difendere la propria coalizione e i propri alleati centristi (se davvero avevano governato bene insieme, come sostiene) ha subito il diktat del suo segretario Salvini, che pure altrove collabora con loro; sui profughi fa campagna politica invece che cercare soluzioni, utilizzando la presenza degli immigrati nel tessuto produttivo e sociale del Veneto (preziosa, anche a suo dire) come scusa per dire “abbiamo già dato”; infine sulle vicende di malgoverno che pure sono avvenute sotto la sua gestione (come pure sulle questioni dell’indipendenza veneta o dell’adesione all’Unione Europea che il suo leader contesta, e su molte altre) fa il pesce in barile, nascondendo le proprie responsabilità politiche con la propria indiscussa irreprensibilità personale.

I MOTIVI PER VOTARLO

I motivi per cui i veneti probabilmente lo voteranno in massa anche oggi li ho spiegati nel mio libro cinque anni fa; ne aggiungerei uno: gli anni della crisi li hanno convinti che la politica “importante” si fa a Roma (o a Bruxelles) e l’amministrazione nel proprio Comune. A Venezia può stare qualcuno di poco ingombrante, che non è chiamato a risolvere i problemi, ma semmai a far sapere al mondo, di tanto in tanto, che abbiamo mal di pancia. E in questo Zaia è imbattibile.

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CARO ZAIA, “PRIMA I VENETI” O “PRIMA LA LEGA”?ultima modifica: 2015-05-31T11:53:06+02:00da sergiofrigo
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