ENZO BIANCHI: L’ACCOGLIENZA DEGLI STRANIERI IL VENETO CATTOLICO E LEGHISTA LA CRISI DELLA CHIESA

Bianchi.jpegTutti conoscono Enzo Bianchi, il priore di Bose, una delle voci più ascoltate nel mondo cattolico italiano. Giovedì 18 marzo a Venezia, alla Chiesa di San Vidal, ospite di Chorus Cultura, ha parlato sul tema “Ero straniero e mi avete accolto”. Un titolo che richiama quello del suo libro dello scorso anno, edito da Rizzoli, che si apre con la dedica “Agli uomini, alle donne e ai bambini che, andando verso il pane e sognando la nostra accoglienza, sono morti nelle acque del Mediterraneo, mare che avrei voluto che potessero amare e sentire “nostro” come io lo sento e lo amo».
L’ho intervistato per il Gazzettino sui temi dell’accoglienza degli immigrati e sulla crisi che sta attraversando la Chiesa. Ecco il suo pensiero.

 

ACCOGLIERE GLI STRANIERI: MA QUANTI?

Bianchi.jpegCome si conciliano le istanze dell’accoglienza dello straniero, che pervadono il messaggio cristiano, con le chiusure di cui si è fatta portatrice la politica negli ultimi tempi? In altre parole: quanti stranieri dobbiamo concretamente accogliere, e c’è un momento in cui possiamo dire, legittimamente, adesso basta?
«Io credo che non si possa rispondere in questi termini. Innanzitutto va detto con chiarezza che i cristiani devono accogliere tutti coloro che si presentano nel bisogno, e una volta avvenuto l’incontro bisogna dare dei segni di carità e di aiuto. Gesù anzi va anche oltre, e ci dice che quando incontriamo chi ha bisogno dobbiamo essere pronti a mettersi al suo servizio. Va anche aggiunto però che esiste un problema di “governance” degli stranieri, che i governi devono porsi: non si può accogliere senza alcun limite gli immigrati, né si dovrebbe incoraggiare a venire tutti coloro che lo vogliono: anche se va ricordato che sono i poveri che vanno verso il pane, e non il pane verso i poveri, e questo dovrebbe impegnare i governi e l’Unione Europea ad attuare delle politiche che diano seriamente a queste persone l’opportunità di sfuggire alla fame nel loro paese. Diversa è però la situazione di chi sfugge a dei governi oppressori, o di chi è perseguitato: questi devono essere accolti sempre».

LO SFRUTTAMENTO DELLA PAURA

É un fatto però che le opinioni pubbliche europee sono spaventate dall’immigrazione…
«É vero, ma la mia impressione è che la paura, piuttosto che essere razionalizzata e gestita, venga enfatizzata e strumentalizzata politicamente, peggiorando la qualità dei rapporti fra noi e gli immigrati».

IL VENETO CATTOLICO MA POCO ACCOGLIENTE

Come spiega che l’atteggiamento politicamente più duro nei confronti degli immigrati, testimoniato tra l’altro dai successi della Lega, abbia preso piede soprattutto nelle nostre regioni, tradizionalmente più religiose?
«Più che delle risposte, a questo proposito ho delle domande: la gente cristiana era davvero tale, anche nel passato, vista la decadenza dei valori religiosi nella quotidianità attuale? I pastori hanno ben vigilato sulle loro comunità, stante il livello di mondanizzazione e le attuali offese all’etica cristiana? Quelli a cui ci si richiama oggi sono ancora valori religiosi o non piuttosto istanze culturali o folkloristiche. Sa, ci sono popoli (penso fra gli altri al Belgio, che era cristianissimo e ordinava un numero molto elevato di missionari) che in pochi anni possono perdere completamente il retaggio religioso. Oppure dimenticare in pochi anni (e qui penso anche al Veneto, in qualche misura) di essere stati a loro volta emigranti».

LA CRISI DELLA CHIESA

Passiamo agli scandali sessuali e ai travagli politici che stanno squassando la Chiesa: non trova che ai vertici (lo stesso Papa Benedetto XVI) manchino capacità di governo e polso politico?
«É indubbiamente un momento difficile, ma questi problemi ci sono sempre stati, nella Chiesa e nella società. Però – senza negare la gravità di quanto accaduto, e ribadendo che le vittime hanno diritto a ricevere giustizia – non posso non rilevare che mi sembra sia in atto una vera e propria offensiva anti-cattolica, che ha preso le mosse qualche anno fa da alcuni potentati economici nord-americani. Un’offensiva che non tocca altre chiese, e soprattutto nasconde il fatto che certi comportamenti, più che della formazione religiosa, sono frutto della cultura libertaria che si è imposta nel mondo occidentale negli ultimi decenni».
Resta il fatto che Giovanni Paolo II rispetto a Papa Ratzinger aveva ben altre capacità di rapportarsi alla politica e all’opinione pubblica internazionale…
«Ma guardi che Benedetto XVI è tutto meno che l’intellettuale separato dal mondo: al contrario è un uomo molto avveduto, che si informa su tutto. C’è però un problema di comunicazione, che investe tutte le grandi istituzioni: la Chiesa ad esempio fa molta fatica a far emergere i suoi messaggi positivi, ad esempio le cose profetiche contenute nell’enciclica sulla giustizia mondiale, che sembra caduta nel vuoto. Quanto a Papa Wojtyla è vero che le sue parole venivano spesso accolte con entusiasmo: mi domando anche, però, quanto venivano davvero capite”.

 

ENZO BIANCHI: L’ACCOGLIENZA DEGLI STRANIERI IL VENETO CATTOLICO E LEGHISTA LA CRISI DELLA CHIESAultima modifica: 2010-03-21T15:54:01+01:00da sergiofrigo
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