PREMIO CAMPIELLO, MARCORÈ E CUCCIARI PER FAR DIMENTICARE VESPA

MarcoreCucciari.jpgStasera alle 20 alla Fenice si svolge la cerimonia di premiazione del 51esimo Premio Campiello, che per la prima volta da otto anni a questa parte non sarà condotta dall’ineffabile Bruno Vespa, ma dai comici Neri Marcore e Geppi Cucciari. Visto il curriculum dei due personaggi si prepara una serata spumeggiante, ma al tempo stesso rispettosa dei libri e degli autori. Se il primo ha infatti all’attivo la conduzione di trasmissioni culturali (“Per un pugno di libri”), la seconda è anche autrice di due romanzi, oltre ad essere buona amica dei “compaesani” scrittori sardi (da Niffoi alla Murgia, passando per la Agus e Fois) che negli ultimi anni hanno sempre ben figurato al premio veneziano.

 

 

GEPPI E NERI, INTERVISTE INCROCIATE: NOI, I LIBRI, IL FUTURO, IL PD

Per il Gazzettino ho intervistato entrambi sulle loro letture e i loro programmi lavorativi, che in qualche caso incrociano ancora il Nordest: di Geppi è stato appena presentato un film al Lido (“L’arbitro”, di Paolo Zucca), mentre Marcorè, che domani sarà in campo a Dolo con la Nazionale cantanti, inizierà lunedì nel Padovano le riprese del film “Leoni” di Pietro Parolin, vincitore di un bando della Regione Veneto per le politiche giovanili.

Come già ho avuto modo di vedere in televisione, la Cucciari è vivacissima e sempre pimpante, Marcorè invece è un po’ dimesso, come se riservasse la sua verve inesauribile e la sua vitalità al gran numero di progetti a cui partecipa. Si accalora, prolungando le risposte, soltanto quando si parla di politica e della sua vicinanza al Pd.

Qual è stato il primo libro letto?

GEPPI: “Dopo Topolino e Primavera “Il diario di Anna Frank” (“così non ti lamenti più”, mi disse mia mamma) e “Il gabbiano Jonathan Livingston””.

NERI: “Non lo ricordo, ma uno dei primi fu “I ragazzi della via Pal”.

E l’ultimo?

N: “Quelli del Campiello. Ottima cinquina”.

G: “Anch’io. E inoltre “Metropolis” del mio amico Flavio Soriga”.

Il libro della vita?

G: “Gli stessi due di prima, il primo perché mi fece comprendere effettivamente quanto fossi privilegiata, il secondo perché mi fece capire che la diversità è un’alternativa e non una condanna; inoltre “Il Profumo” di Süskind, che ogni tanto torno a rileggere. Ma leggo di tutto, alternando autori leggeri o contemporanei ai classici”.

N: “Sono tanti, variano di momento in momento, a seconda delle situazioni. Però non amo i noir né lo splatter. E comunque vorrei poter leggere di più, perdersi in un romanzo è la cosa più bella”.

Per Geppi: hai scritto due romanzi, col terzo arriverai al Campiello da autrice?

“Se è un augurio… Ma i miei sono due romanzi di evasione, questo è un luogo dove si celebrano autori importanti: anche se la lettura dei loro libri mi ha strappato più di un sorriso”.

Per Neri: mai avuto voglia di scrivere qualcosa?

“No, solo qualche racconto qua e là. Ma se dovessi pensarci mi piacerebbe scrivere – come Gene Gnocchi o Giorgio Faletti – qualcosa di completamente diverso dal loro personaggio, qualcosa che sorprenda tutti”.

Per Geppi: hai lasciato la 7 e si parla di un tuo approdo alla Rai o a Mediaset, hai altri due film in arrivo (“Un fidanzato per mia moglie” di Marengo e “Una donna per amico” di Veronesi): ma a un figlio di ci pensi?

“Qualsiasi donna di quarant’anni ci pensa, ne avevo il desiderio anche prima di diventare una moglie, nel dicembre scorso. Vedremo”.

Per Neri: su internet si legge che nel passato eri candidato col Pd. E adesso? Sei fra i delusi?

“E’ un’imprecisione: a suo tempo ho appoggiato il tentativo di Veltroni di creare un partito maggioritario che superasse la parcellizzazione: avevo dato la mia disponibilità a collaborare se ne avessi avuto il tempo, ma non c’è stato; e il mio lavoro è un altro. La delusione è quella di qualsiasi cittadino che vede i partiti occuparsi dell’agibilità politica di Berlusconi invece che dei problemi dei giovani, della scuola e del lavoro, e godere degli insuccessi degli altri, senza rendersi conto che siamo tutti sulla stessa barca. E intanto mentre il paese è fermo, e non riparte mai, come aspettando Godot”.

I LIBRI FINALISTI

Campiello2013.jpgA disputarsi il premio sono le seguenti opere: La caduta (Nutrimenti) di Giovanni Cocco, Geologia di un padre (Einaudi) di Valerio Magrelli, Tentativi di botanica degli affetti (Bompiani) di Beatrice Masini, L’amore graffia il mondo (Mondadori) di Ugo Riccarelli (scomparso lo scorso luglio), L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio) di Fabio Stassi.

Oltre agli autori finalisti, saranno sul palco alla Fenice il vincitore del Premio Campiello Opera Prima Matteo Cellini con il romanzo “Cate, Io” (Fazi Editore), il vincitore del premio riservato ai giovani (che sarà reso noto stamattina) e Alberto Arbasino, a cui è stato assegnato il Premio Fondazione Il Campiello.

 

Si tratta di buoni libri, due (quelli di Stassi e di Magrelli) molto poetici, a volte divertenti e a volte tristi e scritti con grande maestria, due (Masini e Riccarelli) più classicamente narrativi, con al centro due belle figure di donna, mentre il quinto, dell’autore più giovane, Giovanni Cocco, mette insieme con buona sicurezza una sguardo lungo e quasi cronachistico sui drammi della nostra epoca con una trattazione narrativa che rimanda a certo cinema di Altman.

PREMIO CAMPIELLO, MARCORÈ E CUCCIARI PER FAR DIMENTICARE VESPAultima modifica: 2013-09-07T09:01:42+02:00da sergiofrigo
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