VAURO E LE DOMANDE A CUI BISOGNA RISPONDERE: CON CHI CE L’ABBIAMO IL DEBITO? E CHI LO PAGA?

Vauro2.jpgMi ha molto colpito, ieri sera a Otto e mezzo, l’incapacità di Stefano Folli, folli.jpgche è uno dei giornalisti più preparati nel panorama italiano, di rispondere efficacemente a un paio di domande polemiche (e di taglio un po’ populista) poste da Vauro sulla crisi, il debito e la politica del governo Monti. Domande che fanno da sottofondo a gran parte del dibattito politico di questi mesi – non solo in Italia, anche in Grecia e in Spagna – e in particolare all’atteggiamento dell’opposizione (di sinistra, anche Pd, di Grillo, ma anche di parte della destra e della Lega) sulla politica dell’esecutivo e delle istituzioni europee.

Le domande sono: “con chi ce l’abbiamo il debito?” e “chi lo ha fatto?” Le trovo populiste – ma non per questo improprie, sia chiaro – perché chiunque si sia occupato un po’ di politica e di economia in questi anni sa con chi ce l’abbiamo il debito, e chi lo ha fatto.

 

IL DEBITO CE L’ABBIAMO COI NOSTRI FIGLI E CON NOI STESSI

Sarei tentato di rispondere che il debito ce l’abbiamo con i nostri figli, ma sarebbe una scorciatoia altrettanto demagogica, anche se non sbagliata.

Purtroppo il livello di complessità raggiunto in questi anni dalla finanza tende a farci sfuggire la sostanza “vera” delle cose (e a questo mi è sembrata da imputare l’impasse di Folli ieri sera), ma soprattutto a diluire fra innumerevoli “colpevoli” la responsabilità dei problemi. Certo, sarebbe molto più comodo poter attribuire tutte le colpe a un imprecisato Moloch finanziario globale, ai grandi speculatori e alle banche d’affari: le loro colpe ce le hanno, non c’è dubbio, e bisognerebbe fargliele pagare tutte (in particolare in solido ai loro manager, che invece lucrano sempre stipendi e liquidazioni milionarie, ultimo il figlio della Cancellieri pagina.html), ma purtroppo hanno anche la forza per farle pagare agli altri, a noi. E la loro forza è direttamente proporzionale al nostro coinvolgimento (cosciente oppure no) nel loro business: un coinvolgimento minimo, ma molto diffuso, e quindi economicamente molto rilevante. Per questo alla domande di Vauro si potrebbe anche rispondere: il debito (in parte) ce l’abbiamo con noi stessi, i nostri genitori, i nostri amici, e noi stessi abbiamo contribuito a crearlo.

QUEGLI SPECULATORI DEI PENSIONATI…

Mi limito a citarne tre fattispecie: i bot sono il debito dello Stato, ma i creditori chi sono se non (anche) le famiglie che vi hanno investito i loro risparmi? I fondi di investimento anche speculativi da chi sono alimentati, se non dalle pensioni di milioni di onesti cittadini, che però cercano di ottenerne le remunerazioni più elevate (senza chiedersi se vengono da spericolate operazioni finanziarie, dallo strozzinaggio delle banche o dalla partecipazione – putacaso – all’azionariato delle fabbriche di armi)?

La terza fattispecie di “debito” – collegata direttamente alla prima – è quella più dura da ammettere per noi, e quella più difficile da spiegare per i politici che – ieri come oggi – devono perseguire la ricerca del consenso piuttosto che sostenere amare verità: il fatto è che in questi ultimi decenni l’invecchiamento della popolazione, la crisi economica e la globalizzazione hanno pesantemente impoverito le nostre società, ma grazie al risparmio accumulato e ad artifici contabili privati e pubblici per un po’ non ce ne siamo accorti, continuando a vivere e a spendere come se non fosse accaduto nulla: ne abbiamo beneficiato tutti (i politici con le loro scandalose prebende, gli imprenditori con i guadagni facili delle delocalizzazioni, ma anche tutti noi con la scarsa produttività del lavoro e un welfare troppo generoso, almeno per i bilanci pubblici). Ora, semplicemente, i nodi sono arrivati al pettine.

PAGANO I RICCHI O PAGHIAMO NOI?

Le questioni in sottofondo alle domande di Vauro sono, adesso, le seguenti: vogliamo accollarci tutti la nostra parte di risanamento (magari rimodulando le rispettive quote, ecco il compito della sinistra), oppure pensiamo ancora che ci sia il modo di farlo pagare agli altri? E siamo sicuri che si possa farlo, senza uscire dai consessi internazionali, in primis l’Unione Europea, con tutte le conseguenze del caso? E, soprattutto, siamo sicuri che questo punirebbe davvero i ricchi cattivi, o non finirebbe piuttosto per penalizzare pesantemente tutti noi e in particolare i più deboli?

 

VAURO E LE DOMANDE A CUI BISOGNA RISPONDERE: CON CHI CE L’ABBIAMO IL DEBITO? E CHI LO PAGA?ultima modifica: 2012-10-24T12:54:00+02:00da sergiofrigo
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