DIETRO LE FINTE LACRIME DEL PREFETTO DELL’AQUILA IL DISPREZZO PER IL SENTIRE DELLE PERSONE COMUNI

Iurato.jpgC’era una cosa che rimuginavo da tempo, dietro le intercettazioni sulla ex Prefetto dell’Aquila Giovanna Iurato, che fingeva commozione davanti alla Casa dello studente. Una cosa che ho capito stasera, dopo aver letto dei suoi patetici tentativi di smentita. Lei sapeva cosa doveva fare in quella circostanza, gliel’aveva detto suo padre: presentarsi con una corona di fiori e mostrare commozione. Lo sapeva, ma non lo sentiva intimamente.

Non è bello, ma può capitare: uno si commuove per la morte del proprio cane, ma non di otto ragazzi di vent’anni. Al limite pensa, fra sé e sé, “meglio a loro che a me o ai miei”. Può capitare, non siamo tutti buoni. La questione terribile però è un’altra: perché c… si è sentita in dovere di dirlo? Cioè, una cosa del genere te la tieni per te, no?, vergognandotene un po’ magari. No, lei sente il bisogno di confidarlo a un amico, quel Francesco Gratteri, gratteri.jpggià capo dell’anticrimine, condannato in via definitiva a 4 anni dalla Cassazione per l’irruzione alla scuola Diaz di Genova. Perché?

 

LEI SA CHE IL SUO AMBIENTE SI ASPETTA CHE LEI RIDA, NON CHE SI COMMUOVA

Perché sa che è la risata, e non la commozione, che ci si aspetta da lei nel suo ambiente, e che confessandola avrà la stima e il riconoscimento del suo simile. Perciò quella intercettazione non svela solo la miseria morale della Iurato, ma anche quella del suo interlocutore (che non la rimprovera, tutt’altro!), e probabilmente di una certa fascia di “servitori dello Stato”, in realtà uomini e donne corrotti dall’uso della forza e dall’esercizio del potere: uomini e donne che provano, nel loro intimo, sentimenti opposti a quelli di solidarietà e commozione che avvertiamo noi persone normali, di fronte a eventi come questi. E che proprio nel nome di questa diversità si sentono un’élite in diritto di disprezzarci. È da questa sensazione che nascono i casi Genova, Cucchi, Aldrovandi e troppi altri.

UN ATTEGGIAMENTO CHE VA SRADICATO PER RIDARE AI CITTADINI FIDUCIA NELLO STATO

Certo il crimine non si combatte con le carezze, ma se oltre a rimuovere i responsabili non verrà sradicato questo atteggiamento dai gangli dello Stato, non si riuscirà a restituire fiducia ai cittadini, e noi saremo legittimati a pensare – in ogni simile circostanza futura – che il potente che porge fiori e si deterge lacrime sta in cuor suo ridendo del nostro dolore.

DIETRO LE FINTE LACRIME DEL PREFETTO DELL’AQUILA IL DISPREZZO PER IL SENTIRE DELLE PERSONE COMUNIultima modifica: 2013-01-21T02:50:36+01:00da sergiofrigo
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