DIETRO LE QUINTE DELL’INFORMAZIONE, ASPETTANDO IL CROLLO

Giornali, editoria, informazione, Nuova Vicenza, Possamai, Madron, crisi, pubblicità, diffusione, copieNel mondo dell’informazione – e paradossalmente nell’indifferenza pressoché generale – è in pieno svolgimento una vera e propria, cruentissima, rivoluzione, che ha già fatto numerose vittime, ma rischia di pregiudicare il futuro del settore, e conseguentemente di avere effetti pericolosi sul corretto sviluppo della dialettica democratica. E non solo in Italia, naturalmente: se avete visto l’ultimo film di Robert Redford (“La regola del silenzio”) avrete forse notato che il giovane giornalista “copre” insieme settori molto diversi (una volta avrebbe seguito solo la cronaca nera, o solo gli spettacoli, o solo la politica…), e quando deve muoversi per un servizio lo fa a proprie spese, oltretutto per uno stipendio ridicolo.

Così va il mondo, oggi il giornalismo è drammaticamente impoverito, e nonostante i tagli agli organici e alle spese già centinaia di testate (alcune anche molto prestigiose), hanno ammainato la bandiera, oppure hanno chiuso le redazioni (il Financial Times in Germania) o si sono rifugiate su internet (come Newsweek) o si apprestano a farlo (il Guardian).

GIORNALI CHIUSI E REDAZIONI RIDOTTE AL MINIMO

In Italia abbiamo avuto un esodo massiccio dalla professione nel recente passato, con la chiusura di alcune testate minori (e-Polis, il neo.nato Pubblico) e il pre-pensionamento di svariate centinaia di colleghi, ma se questo ha provvisoriamente riportato i bilanci in attivo, si è trattato chiaramente solo di una breve pausa, perché i rumors che arrivano dal mondo dell’editoria sono tutto meno che rassicuranti, e parlano di grandi gruppi e grandi testate in procinto di partire con nuovi stati di crisi e nuovi pesanti ridimensionamenti delle redazioni. Venerdì sera a Vicenza ho moderato un dibattito organizzato dalla nuova “Nuova Vicenza” (ora su internet) con il direttore del Piccolo di Trieste Paolo Possamai e del giornale online Lettera43.it, Paolo Madron, giornali,editoria,informazione,nuova vicenza,possamai,madron,crisi,pubblicità,diffusione,copiee la sensazione che mi hanno trasmesso è che il loro lavoro, attualmente, sia nel primo caso di reggere un muro che sta crollando, nel secondo di cercare disperatamente un ritorno economico sufficiente a sopravvivere in Rete: perché se è vero che l’unico settore trainante è l’informazione su internet, è altrettanto vero che la sua resa è drammaticamente inferiore alle perdite sul cartaceo.

COSTI ENORMI E ENTRATE IN DRAMMATICO CALO

Perché tutto questo avvenga è lampante: il pubblico che compra i giornali in edicola è sempre più ridotto: siamo ormai a milioni di copie all’anno, contro gli oltre 6 di pochi anni fa. Si tratta ormai prevalentemente di lettori in età matura, mentre il pubblico che si informa in rete (i giovani, ma non solo loro) è abituato a farlo gratis: “Come se l’informazione non fosse un prodotto pregiato – ha commentato Possamai – che costa moltissimo produrre”. Oltretutto finora per produrla e diffonderla c’erano strutture industriali imponenti: pensate solo all’alto numero di giornalisti e collaboratori necessari per raccogliere, verificare, approfondire, scrivere e impaginare le notizie, ai tecnici e amministrativi che ci stanno intorno, alla complicata macchina della tipografia e della rotativa, alla fatica per far arrivare ogni mattina i giornali nelle edicole: quanto potrà durare tutto questo, di fronte ad una riduzione geometrica dei ricavi?

LE SCORRIBANDE DEI PIRATI DEL WEB

Il paradosso è che c’è qualcuno che si arricchisce con questo lavoro, ma non chi lo promuove e lo paga, bensì coloro che se ne impossessano e lo rilanciano gratuitamente: Google e una miriade di altri motori di ricerca o siti vari, che campano (e bene) impadronendosi e diffondendo gratuitamente l’informazione prodotta da altri, conquistando miliardi di lettori e ricavandone tonnellate di pubblicità. Nei prossimi mesi i maggiori quotidiani italiani dovrebbero varare un accordo per mettere a pagamento una parte dei loro contenuti on line, ma l’impressione è che i buoi siano ormai scappati, e che il lettore ormai abituato alla gratuità cercherà e troverà mille altre fonti per sapere quello che vuole sapere, oppure si accontenterà dell’informazione di seconda mano (e di qualità inferiore) che comunque troverà disponibile in rete.

PUBBLICITA’ IN CALO A DUE CIFRE

A tutto questo si aggiunge, per i giornali, l’ancor più drammatico calo della pubblicità, legato alla crisi del mezzo e alle difficoltà dell’economia: nei primi nove mesi del 2012  il mercato pubblicitario in Italia secondo l’agenzia Nielsen è calato del 17.3% per i periodici e del 15,4% per i quotidiani, mentre la televisione limita le perdite al 12,4% e la radio all’8,1%. Cresce solo Internet, come detto, del 9,8%, ma le cifre assolute sono ancora molto basse.

AVREMO CATTIVA INFORMAZIONE E SCARSA DEMOCRAZIA

Quale settore può reggere a lungo in questa situazione? Ma c’è una domanda che va oltre il destino dei mezzi cartacei e a quello privato dei giornalisti. Sappiamo tutti la quantità enorme di esagerazioni e di vere e proprie falsità che girano in rete. E sappiamo anche l’inadeguatezza di buona parte della classe giornalistica, piegata spesso dall’interesse e dalla paura. Ma quale sarà il livello della democrazia in una situazione in cui un bene prezioso come l’informazione “certificata” (su cui si basano tutte le decisioni private e pubbliche) sarà sempre più rara, e via via sostituita (già avviene) da comunicati di parte diffusi come oggettivi, da farneticazioni prive di verifiche e dall’improvvisazione fai da te di cittadini convinti che fare il giornalista sia semplice come… allenare la Nazionale di calcio?

DIETRO LE QUINTE DELL’INFORMAZIONE, ASPETTANDO IL CROLLOultima modifica: 2013-01-13T13:57:00+01:00da sergiofrigo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in Informazione e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a DIETRO LE QUINTE DELL’INFORMAZIONE, ASPETTANDO IL CROLLO

  1. Unquestionably consider that that you stated.
    Your favorite reason appeared to be on the net the easiest factor to understand of.
    I say to you, I definitely get irked while folks think about concerns that they just do not realize about.

    You controlled to hit the nail upon the highest as well as
    outlined out the entire thing without having
    side-effects , people could take a signal. Will probably be
    again to get more. Thanks

I commenti sono chiusi.