LA TECNOLOGIA MOBILE PUO’ SALVARE L’ARTE E LE TRADIZIONI, SVILUPPARE IL TURISMO E DARE UN IMPIEGO AI GIOVANI

Nesi.jpgA proposito di lavoro dei giovani, nei giorni scorsi lo scrittore Edoardo Nesi, ex imprenditore e vincitore del Premio Strega 2011, ha avanzato una proposta su Repubblica, sostenendo che moli laureati anche in materie letterarie dovrebbero essere impiegati nel trasferimento dei contenuti dell’arte e della cultura, di cui l’Italia è così ricca, nel digitale, per renderli più fruibili a studiosi, appassionati, turisti di tutto il mondo. Ecco la proposta:

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La trovo molto condivisibile. Dirò di più: da tempo sono impegnato in prima persona su questo terreno, anche se gli ostacoli da superare sono tanti, perchè è difficile che alle dichiarazioni di principio seguano fatti concreti da parte di chi ha gli strumenti e i mezzi per sostenere questa attività.

Ne parlo anche nel prossimo numero di Nordesteuropa.it, sostenendo che proprio la tecnologia digitale può fornire un grosso aiuto alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimono di storia e di cultura, che rischiamo di pedere per incuria e carenza di manutenzione, o di vederci “consumato” dalla fruzione turistica di massa. Ecco l’intervento:

IL MATRIMONIO CULTURA-TURISMO PUÒ FUNZIONARE SE A FARE DA TESTIMONI SARANNO TRADIZIONE E INNOVAZIONE

di Sergio Frigo

Turistiipad.jpgC’è un tema che mi piacerebbe che si imponesse all’attenzione generale nell’ambito del matrimonio, sempre più annunciato, fra cultura e turismo, magari a partire dal prossimo Salone dei Beni Culturali di fine novembre a Venezia, necessariamente collegato alla candidatura del Nordest a capitale della cultura: l’apporto che possono dare alla fecondità dell’unione la salvaguardia e la valorizzazione delle radici e dell’identità dei territori attraverso la tecnologia.

È ormai assodato che uno dei modi (non l’unico, per fortuna) attraverso i quali la cultura può “rendere” economicamente è la valorizzazione turistica dei luoghi ricchi di storia, di arte, di tradizione. Va sfatato però il mito che questo possa avvenire senza conseguenze pesanti sul territorio e sulla sua identità. Non è vero infatti che il turismo sia un’industria leggera, perché esso in realtà – anche se rispetta l’ambiente – “consuma” il patrimonio di diversità delle popolazioni coinvolte, che poi è la risorsa che i turisti ricercano nelle loro mete, assieme alle ricchezze artistiche e naturali. Pensiamo ad esempio a quanto abbia inciso sulle popolazioni montane, nel recente passato, la loro massiccia (e per altri versi feconda) esposizione ai diversi stili di vita propri degli ospiti cittadini.

Per questo è necessario, oltre a difendere e ripristinare l’ambiente naturale consumato dall’affluenza del turismo, anche tutelare e ricostruire l’identità locale logorata, senza naturalmente pensare ad anacronistiche barriere protezionistiche, ma semmai valorizzando la ricchezza dell’incontro fra “autoctoni” e “foresti”.

A questo scopo possono servire anche gli strumenti della tecnologia. Il territorio infatti è fatto di stratificazioni fisiche, storiche, culturali, che ad un approccio superficiale – tipico della fruizione rilassata del turista – non si riescono a cogliere. Ma la ricca strumentazione ormai disponibile sul mercato, in particolare per gli apparecchi mobili come gli smartphone o i tablet, può aiutare a rappresentare agevolmente questo spessore culturale, consentendo all’ospite di “leggere” il territorio in tutta la sua ricchezza, oltretutto con alcune fruizioni ludiche (la multimedialità, la narrazione, il gioco, l’interattività) che possono risultare accattivanti anche per le nuove generazioni, che con questi mezzi e questi linguaggi hanno maggiore dimestichezza. Mi riferisco alle applicazioni, ma anche agli strumenti della realtà aumentata o all’utilizzo dei codici QR, che sistemati nei punti di maggior interesse consentono di avere in tempo reale sul proprio apparecchio (o su tablet dati in dotazione ai visitatori, come già accade in alcuni musei) tutte le informazioni sulla storia di un luogo, dalle eventuali presenze nella preistoria agli eventi più recenti, ma anche vederne la ricostruzione virtuale; oppure ricostruire – anche tridimensionalmente – le diverse fasi di un conflitto armato svoltosi su un determinato fronte; o ancora proporre, con le mappe geo-localizzate, dei percorsi escursionistici attraverso i luoghi toccati o descritti da un grande scrittore nei suoi libri. L’interattività e la possibilità di condividere queste esperienze attraverso i social network può infine costituire la carta in più per la promozione del territorio, capace di richiamarvi utenti mai prima sfiorati.

 

da Nordesteuropa.it

LA TECNOLOGIA MOBILE PUO’ SALVARE L’ARTE E LE TRADIZIONI, SVILUPPARE IL TURISMO E DARE UN IMPIEGO AI GIOVANIultima modifica: 2012-10-25T02:39:51+02:00da sergiofrigo
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