«IO E IL TERREMOTO»: IL NUOVO GENERE LETTERARIO DELLA SOCIETÀ NARCISISTA

«Io non mi sono neanche svegliato»; «Io mi sono svegliato ma poi mi sono girato dall’altra parte»; «No, no, io ho avuto paura, non sono più riuscito a riaddormentarmi»…
“Io e il terremoto” è il nuovo genere letterario in voga in questi giorni: dove quello che conta è l’”io”, non certo il terremoto. Lo vedi nei gruppi: uno parla, e gli altri sembrano attentissimi, ma in realtà badano più che a quello che sta dicendo lui, ad una sua eventuale sosta nel discorso, per inserirsi prontamente e cominciare a raccontare a loro volta.

 E non si limitano a raccontare esattamente cosa si stava facendo al momento della scossa: i più produttivi si allargano a spiegare che il mese scorso erano, pensa te, proprio a Modena! Modena, capite, non Timbuctu! E un altro riporta la sensazionale notizia che «il figlio di un amico studia a Ferrara, e la scossa l’ha sentita tantissimo». Viene da chiedergli se si è almeno fatto un po’ male… Macchè, neanche un graffio!

DISGRAZIE COME EVENTI MEDIATICI PER ILLUMINARE IL NOSTRO EGO

Direte: «Porta pazienza, un paio di giorni e passa». Certo, passa il post-terremoto, ma quando ci sarà l’ennesimo omicidio familiare in un angolo d’Italia, col seguito di telecamere e talk show, l’ennesima inondazione in Germania, scatterà l’altra ondata di racconti orali: «Pensa che in quella città ci sono passato l’anno scorso»; «Pensa che in quella zona ho fatto il viaggio di nozze». Il viaggio di nozze? Ma non è stato trent’anni fa? Di nuovo verrebbe da chiedere: «E allora? Cosa ce ne frega a noi se una volta in vita sei passato da quelle parti?». O peggio: «Cosa mi sai dire dei sette rimasti sotto le macerie del terremoto? E dei centinaia di morti nell’inondazione?»
No, nella società del narcisismo di massa, mentre persone perdono la casa, i propri cari, la propria vita, quello che conta è cosa è capitato a me, in quel luogo e in quel preciso istante. E’ come se un terremoto, una strage, un mega incidente, cioè qualsiasi cosa diventi un evento mediatico, capitasse solo per illuminare per un istante le nostre vite incolori, che non trovano il loro senso se non riflettendosi dentro il piccolo schermo.
E poi ci lamentiamo di quelli che, dopo le disgrazie, si affollano dietro il telecronista e fanno ciao ciao con la manina alla telecamera?

A proposito, io l’altra notte… Come dite, narcisista pure io? E perchè no? Senno uno perchè si farebbe un blog?

«IO E IL TERREMOTO»: IL NUOVO GENERE LETTERARIO DELLA SOCIETÀ NARCISISTAultima modifica: 2012-05-21T16:37:00+02:00da sergiofrigo
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