QUANDO LA LEGA È CENTRALISTA: DALLA VALDASTICO ALLA GUERRA DEI RECUPERANTI SULL’ALTOPIANO

 Padania.jpgNell’azione politica della Lega c’è una vocazione ad “allargarsi”, anche pestando i piedi altrui e ignorando le prassi e il galateo istituzionale, che fa molto pensare: il proporsi come rappresentante di tutto il Nord, ad esempio, partendo da un modesto terzo dei voti (e imponendo scuole padane e persino strisce verdi per terra, a tutti i cittadini); la farsa dei Ministeri a Monza e la rispostaccia di Bossi a Napolitano; ma anche molti episodi minori, in cui si contraddice tranquillamente (nel nome dell’interesse immediato e di parte) la filosofia stessa del movimento. Come nel caso del prolungamento della Valdastico a Nord, in cui la contrarietà del Trentino ad ospitare in casa propria il nuovo tracciato è vissuto dai vertici leghisti con malcelata irritazione, a cui segue l’appello all’interesse nazionale (e quindi al Governo) per bypassare le resistenze locali; nel novero di queste iniziative andrebbe anche citata la volontà di cavalcare strumentalmente la vicenda dei Serenissimi, denunciata nell’intervento pubblicato ieri dal Gazzettino dall’avvocato di due dei partecipanti al bltiz di San Marco, Alessio Morosini, che riproduciamo al fondo.


UNA FORZATURA INUTILE IMPOSTA AL TERRITORIO

Recuperanti.jpegL’ultima dimostrazione di questo atteggiamenti investe i rapporti fra la Lega in Regione e la montagna veneta, in particolare l’Altopiano di Asiago, dove peraltro il Carroccio ottiene percentuali bulgare. La mini-guerra dei recuperanti scoppiata dopo che la Regione ha approvato una norma che liberalizza la ricerca dei residuati bellici «anche avvalendosi di attrezzature tipo metal detector», svela in sostanza la scarsa attenzione del movimento alle istanze di base, anche laddove non c’è alcun interesse nazionale (di cui io avrei il massimo rispetto).

La liberalizzazione di questo tipo di attrezzature era visto dagli amministratori dell’altopiano, ma anche di altre zone interessate dal conflitto, come fumo negli occhi, per vari motivi: la sicurezza innanzitutto (sono stati decine i recuperanti saltati per aria sull’altopiano, fino ai tempi recenti), la tutela del cotico erboso, la difesa degli animali al pascolo, che possono avvelenarsi a causa del materiale chimico o ferroso lasciato in superficie.

“FEDERALISTI A ROMA, CENTRALISTI NEL VENETO”
Al fondo, però, c’è una rivendicazione di sovranità sul proprio territorio, che i sindaci altopianesi sentono lesionata nel profondo da questa legge: «E proprio ad opera di un partito, la Lega – dice il sindaco di Asiago Andrea Gios – che è federalista a Roma, e centralista nel Veneto». Perché proprio dal gruppo consiliare della Lega Nord essa è stata
fortemente voluta, anche se a votarla poi è stata tutta la maggioranza.
«Trovo vergognoso – aggiunge il sindaco – che proprio loro neghino alle popolazioni locali la possibilità di un’autonoma gestione del territorio. Come la pensiamo in materia lo sapevano bene, visto che l’abbiamo comunicato formalmente 4 o 5 anni fa».
Ma c’è anche un aspetto specifico che fa arrabbiare gli altopianesi, quello degli usi civici: come spiega Gios «il territorio dell’Altopiano non è demaniale, cioè dello Stato, ma è di proprietà della gente del posto. Questo la Regione non lo riconosce, ma a nostro parere in questo caso si compie un abuso contro la proprietà privata. A partire da questo punto cercheremo di resistere all’applicazione di questa legge».
Accanto al danno, poi, fanno osservare i sindaci altopianesi, c’è naturalmente la beffa: «Perché è vero che anche la nuova legge vieta le operazioni di scavo per recuperare i reperti, ma allora perché si autorizzano i cercatori a portarsi dietro il metal detector? Chi impedirà loro di mettersi a scavare nel momento in cui l’apparecchio segnalasse la presenza di un reperto. Dovremo mettere loro alle costole tutti i nostri vigili e i nostri forestali, che sono in tutto una quarantina, su 460 chilometri di territorio, cioè una superficie grande quasi come la laguna? E la gestione del traffico e del bosco?»

IL RECUPERO DEI REPERTI, CROCE E DELIZIA DEGLI ALTOPIANESI

 Sull’altopiano e attorno alle Dolomiti l’attività di recupero dei materiali pregiati lasciati sul territorio dairecuperanti1.jpeg  combattimenti oggi è un hobby praticato (si ipotizza) da 35mila appassionati; ma essa fu a lungo, nel primo e secondo dopoguerra, l’unico modo per sbarcare il lunario per migliaia di persone. Un’epopea raccontata nel film “I recuperanti” (foto sopra) da Ermanno Olmi, Mario Rigoni Stern e Tullio Kezich, e che ha richiesto un tragico tributo di sangue. Tra morti e mutilati le vittime degli scoppi sono state infatti varie centinaia: nel 1974 in contrada Coda, ad Asiago, alcuni tubi di gelatina colpiti dal piccone di un recuperante si portarono via, in un colpo solo, ben sette persone. E non furono gli ultimi.

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QUANDO LA LEGA È CENTRALISTA: DALLA VALDASTICO ALLA GUERRA DEI RECUPERANTI SULL’ALTOPIANOultima modifica: 2011-08-01T11:51:00+02:00da sergiofrigo
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