“TERRORE ROSSO”, OGGI A BASSANO CON PIETRO CALOGERO. MA LO SCONTRO SOCIALE ATTUALE RIPROPONE IL CLIMA E I PERICOLI DI TRENT’ANNI FA?

calogero.jpegOggi alle 17.30 a Bassano, in Sala Chilesotti (Museo Civico) coordinerò l’incontro di presentazione del libro “Terrore rosso – Dall’autonomia al partito armato” (Ed. Laterza) di Michele Sartori. Interverranno i due co-autori, il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Venezia Pietro Calogero, pubblico ministero del 7 aprile, e lo storico Carlo Fumian.

Nel mio intervento cercherò di ricostruire soprattutto il contesto in cui si collocarono quegli eventi, dalla crisi economica al disagio giovanile all’estrema ideologizzazione della società. Si tratta di situazioni che potrebbero ripetersi oggi, a fronte del prolungarsi della crisi economica e del riproporsi del disagio sociale verso la politica, incapace di mediare con la società? I disordini recenti nelle scuole e nelle piazze, che appaiono anche come una sorta di guerra asimmetrica al controllo esercitato da Berlusconi su alcuni gangli vitali della politica e della società, potrebbero costituire un possibile anticipo di questa radicalizzazione?

Approfondirò inoltre i motivi secondo i quali, a mio parere, a oltre trent’anni di distanza e nonostante le centinaia di condanne definitive comminate agli imputati (Toni Negri & c) permane ancora nell’opinione pubblica la vulgata secondo cui il teorema di Calogero è stato smantellato nei successivi gradi di giudizio. A questo proposito ripropongo quanto ho scritto sul tema un paio di mesi fa, all’uscita del volume.

 

 

 

L’ERRORE FU ACCUSARE NEGRI DEL SEQUESTRO MORO

La questione è se il cosiddetto “teorema Calogero” ha retto o meno ai vari passaggi giudiziari, e se è diventato “verità processuale”. Il giudice e i suoi sostenitori dicono di sì, i suoi detrattori continuano a sostenere di no. Il libro assume la posizione di Calogero, ovviamente, e lo fa a partire esclusivamente dalle sentenze passate in giudicato. Ma il punto è: cosa fu, esattamente, il “teorema Calogero”?

Negri.jpeg“L’istruttoria denominata “7 aprile” prende le mosse da un’ipotesi inedita – scrive Sartori nel prologo – La convergenza al vertice dei due maggiori poli del terrorismo rosso, Brigate Rosse ed Autonomia”. Negli ordini di cattura emessi da Calogero il 6 aprile 1979 ed eseguiti nella notte si accusavano però esplicitamente Negri, Piperno e Scalzone non solo di aver “organizzato e diretto” Potere Operaio e Autonomia, ma anche di aver “organizzato e diretto una associazione denominata Brigate Rosse”. Sono due cose diverse, ed è la stessa lettura delle sentenze a confermarlo. Non solo: lo stesso Calogero, efficacemente intervistato da Silvia Giralucci, ora lo precisa: “Non ho mai detto né pensato che Autonomia Operaia Organizzata e le Brigate Rosse fossero la stessa cosa. Ho cercato di provare che tra queste organizzazioni c’era un’alleanza per un progetto comune, l’insurrezione armata contro lo Stato (…) e che per la realizzazione di questo progetto ciascuna organizzazione agiva con mezzi, forse e tattiche proprie”. E allora perché l’accusa a Negri di aver partecipato all’organizzazione del sequestro Moro? Qui Calogero prende le distanze dal mandato di cattura firmato dall’Ufficio Istruzione del Tribunale di Roma, definendolo “un’indubbia forzatura”.

SONO PASSATE IN SECONDO PIANO LE CONDANNE SPECIFICHE

Una forzatura che, assieme alla formulazione dello stesso ordine di cattura emesso dal suo ufficio però, ha contribuito a connotare tutte le successive istruttorie, e a far leggere in una chiave quantomeno imprecisa gli stessi risultati processuali. Mi spiego: nella vulgata consolidata nell’opinione pubblica di sinistra – anche fra coloro che dopo aver simpatizzato per le formazioni extraparlamentari sono rientrati nell’alveo del Pci e successivamente anche nel Pd o più a destra – si ritiene che il “teorema Calogero” sia stato sconfitto in sede giudiziaria, proprio perché è stata dimostrata infondata la partecipazione di Negri al processo Moro, e il suo ruolo di direzione delle Br. È quindi passata totalmente in secondo piano la lunga serie di condanne emesse nei confronti di Negri e dei vertici di Autonomia per una serie impressionante di reati specifici (rapine, omidici, tentati omicidi, devastazioni, sequestri) in qualche caso come “concorso anomalo”, in altri come “ideatore e mandante”. Sentenze che permettono a Calogero di sostenere che fu confermata la sua ipotesi investigativa imperniata sulla centralità di un partito armato, che comprendeva Br e Autonomia.

In questo senso ha ragione Sartori quando contesta i “reduci di oggi che cercano di convincerci che per un decennio hanno solo “parlato” di rivoluzione, se si vuole nel più puro stile del massimalismo italiano, focoso e ciarliero, ma inconcludente”.

 

“TERRORE ROSSO”, OGGI A BASSANO CON PIETRO CALOGERO. MA LO SCONTRO SOCIALE ATTUALE RIPROPONE IL CLIMA E I PERICOLI DI TRENT’ANNI FA?ultima modifica: 2010-12-16T11:34:28+01:00da sergiofrigo
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